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I DIALOGHI DI CHIRONE

I DIALOGHI DI CHIRONE BLAST

Umanità e Psicoterapia

 

Adolescenti ed adulti possono contattare lo psicoterapeuta clinico spinti dalla preoccupazione relativa ad un’esperienza di fragilità con conseguente bisogno di contenerla, di affrontarla.

Il fenomeno è nettamente in aumento. Molte donne segnalano ormai una certa insofferenza per il dover condividere la propria vita con uomini che percepiscono come sostanzialmente deboli, poco protettivi, spesso inconsistenti.

Tale problematica, non può stupire chi ha osservato l’involuzione del “maschio” mettendola in relazione all’archetipo, laddove l’immagine richiamava forza, coraggio, protezione (in particolare del proprio focolare).

Si impone di conseguenza, una riflessione ed un aggiornamento dei processi educativi da considerare, spiegare e realizzare.

È certamente faticoso predisporre ed applicare modelli congrui con un vivere sano, rispettoso e cooperativo. Assai meno complesso e, sul momento, più gratificante accogliere tutta od almeno la maggior parte delle richieste che vengono avanzate ad es. dai figli. Spesso ne consegue la corruzione della forza sana e creativa dei valori fondanti la crescita umana, dall’accettazione delle inevitabili rinunce e del veder negate quelle richieste considerate da chi ha il compito di educare, come inefficaci per il valore del saper vivere, la storica pregnanza della positività dell’attesa, del saper che il “tutto e subito” è frutto di decadimento e di inconsistente progettualità, dell’efficacia formativa della fatica, poiché l’allenamento all’impegno è fondamentale per un crescere sano e per affrontare le inevitabili sofferenze, i disagi, gli ostacoli che abbondano nel corso della vita; obbiettivo primario infine è il formare un uomo  (donna) che sa resistere ed affrontare la realtà della vita, permettere loro di non sentirsi devastati quando il tumulto delle passioni e degli avvenimenti, potrebbe frantumare un’esistenza.

La psicoterapia psicodinamica pertanto ha doverosamente assunto il compito vuoi di promuovere quanto potrà permettere un miglior modo di essere nel mondo, vuoi di fornire strumenti, a seguito di ponderata riflessione, per liberarsi dalle catene che imprigionano nella sofferenza, nel malessere, nel senso di vuoto.

Riprenderemo in modo ordinato alcuni temi qui accennati, e quindi il mio è un “arrivederci”. Sono gradite considerazioni, auspicati suggerimenti, riflessioni ed anche letture e pensieri innovativi e/o critici.

Un caro saluto.

Prof. Lino G. Grandi
Didatta di Psicoterapeuti
Ad indirizzo individual psicologico
+39 335 627 0306

BOOMER vs GENERAZIONE Z

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Adolescenti e adulti di fronte alla sfida del crescere e definire se stessi

Da sempre la costruzione dell’identità rappresenta una delle principali sfide evolutive.
Il paradigma della solidità come indicatore di forza e armonia e obiettivo dei processi di crescita, viene messo in crisi nel contesto socio-culturale attuale, connotato da fluidità, variabilità e liquidità. Il definire se stessi è ancora un bisogno? Come rispondono le diverse generazioni alla domanda “chi sono?”

Il Convegno ha l’obiettivo di offrire a tutti i partecipanti uno spazio di riflessione e confronto tra diverse voci ed esperienze, con lo scopo di individuare chiavi di lettura, risorse e azioni utili per sostenere i percorsi di crescita oggi.

Chicca Morone intervista il Prof. Lino Grandi

Chicca Morone intervista il Prof. Lino Grandi BLAST

“Discorsiva, complessa e affettiva”: con questi tre aggettivi “Lino” definisce la propria scrittura, cioè la propria vita interiore. Una vita non accessibile all’Altro, una vita in cui, ovviamente, l’Io si esprime nella sua integrità con simboli che diventano segni sulla carta. Un ritratto perfetto di chi ha elaborato l’intreccio di intelligenza, volontà e sentimento non apoditticamente, mai banale e attento alle sottigliezze.

Da molti anni è cittadino di quella Torino molto particolare che ha dato vita a iniziative in seguito raccolte non soltanto a livello nazionale, dal cinema alla moda, all’automobile. Torino, la prima capitale d’Italia.

Il professore Lino Graziano Grandi, un sabaudo di tutto rispetto, pioniere di quella psicologia adleriana ancora non troppo conosciuta qui in Italia negli anni Ottanta, è fondatore dell’Istituto di Psicologia Individuale di cui oggi è presidente onorario.

Già presidente della Società Italiana di Psicologia e Religione, Perito della Sacra Rota e del Tribunale Ecclesiastico Piemontese, è direttore scientifico della rivista nazionale “Il Sagittario”.

Chicca Morone: 18 dicembre, la sua data di nascita, cade sotto il segno del Sagittario: la sua rivista letteraria ha proprio questo titolo…

Lino Grandi: Una forte attinenza affettiva potrebbe averla, ma in realtà più che l’aspetto del segno zodiacale è l’immagine della freccia lanciata nel futuro, elemento che tiene conto del passato, anche remoto, ma che è proiettato in un futuro di speranza, speranza di cui in questo periodo sentiamo forte il bisogno.

C.M.: Centauro che scaglia la freccia indicando il percorso?

L.G.: Chirone, non tanto come guaritore ferito, ma come saggio che trasmette non nozionisticamente, ma coscientemente con la riflessione e l’elaborazione i propri principi, il proprio pensiero.

C.M.: Mezzo animale e mezzo uomo: oggi quanto l’istintualità – rappresentata dal cavallo – è vissuta come problematica?

L.G.: L’aspetto dell’istintualità è stato per millenni castrato da un’impostazione che potremmo far risalire in parte all’ebraismo e in particolare al pensiero cristiano che ha colmato la cultura per secoli da parte di San Paolo. Un discorso non in linea con la visione del Cristo più aperta nei confronti del corpo e delle espressioni corporali.

San Paolo fa una distinzione netta tra la parte più valida ed elevata che è lo spirito e la parte più bassa che lo spinge verso il corpo. I maligni dicono che questa diversificazione fosse legata alla sua non proprio prestante presenza fisica, oltretutto colpita da eczemi.

C.M.: L’istinto oggi è tenuto molto nella zona d’ombra?

L.G.: L’aspetto istintuale è una parte molto importante del pensiero psicanalitico e per me soprattutto perché ho mosso i primi passi particolarmente centrato sul mondo intrapsichico. Negli anni Ottanta ho portato l’attenzione di quanto sia importante l’esigenza di mettere in relazione l’intrapsichico con l’etero psichico perché non si può non considerare ciò che accade nella globalità della persona, scoprendo le zone d’ombra che ognuno di noi ha.

Viviamo in un periodo molto particolare perché, se da una parte l’istintualità è molto sollecitata, nello stesso tempo è castrata.

Mai avute tante lamentele come da 5/6 anni a questa parte di giovani coppie con una considerevole riduzione dell’attenzione di un sesso verso l’altro. Forse è legata all’individualismo imperante oggi, agli aspetti narcisistici coltivati attualmente. Poi è diffuso il timore di non essere sufficientemente prestazionali. In realtà bisognerebbe rivolgere una certa attenzione a questa problematica.

C.M.: San Paolo sostituisce la parola “errore” che prevede una sperimentazione con “peccato” che implica giudizio…

L.G.: Peccato è in relazione con l’errore ed errare ci riporta al camminare: si tratta di vedere se questo tipo di cammino segue, come insegna la psicologia individuale, un teleologismo, cioè un andare avanti, un progredire – e torniamo al Sagittario – ordinato e proiettato verso l’espressione delle parti migliori di noi.

C.M.: Oppure…

L.G.: Oppure se ci porta verso un qualcosa che può essere introdotto nel nostro psicologismo dalle sovrastrutture che dominano in questo periodo la pseudo cultura attuale: mi dispiace ma vivo l’attuale livello culturale nell’Occidente come un degrado, paragonabile al basso impero, quello che precedette l’arrivo dei barbari.

C.M.: Dove trovare stimoli per risollevare le nostre carenze?

L.G.: Anche nel Vangelo… Prendiamo la parabola del paralitico che urla per le strade di Gerusalemme mentre i discepoli di Gesù cercano di farlo tacere. Lui si avvicina e gli rivolge una domanda cristallina “Vuoi tu guarire?”. Quante sono le persone che vanno in psicoterapia per poter dire di aver fatto un percorso simile, ma in realtà hanno fatto scelte superficiali, in base alla moda, a una presunta fama? La volontà di guarire inizia già dalla scelta del terapeuta.

Quel “Vuoi tu guarire” significa “Se ti guarisco, poi ti alzi e non ti risparmi la fatica di vivere: adesso hai la carità del tempio, tiri avanti, hai il diritto di lamentarti. Quanto hai voglia di prendere in mano la tua vita e affrontarla nella realtà?” Adler diceva che non lo preoccupava la gravità del malato, ma piuttosto lo scoraggiamento del soggetto, quanto il soggetto avesse o meno profondamente voglia di guarire.

C.M.: “Vuoi tu guarire” potrebbe sottintendere “Se ti tolgo la causa della malattia senza che tu percorra il faticoso cammino, non ti sarebbe utile”

L.G.: Sì, lo trovo nelle persone che vengono da me e con le quali camminiamo insieme. Molte volte devono essere alfabetizzate a lavorare su di sé, perché a loro sfugge un concetto che per me è alla base della crescita personale: “Io non ho il diritto di star bene, ho il dovere di stare bene, ho il dovere di spendere bene le mie giornate”.

C.M.: Amore e Psiche a una prima lettura indica le dinamiche familiari: quanto queste incidono come problematiche presenti fra i suoi pazienti?

L.G.: In una coppia c’è l’incontro di due stili di vita che hanno un vissuto con modelli di vita acquisiti nei primi anni differenti.

“Moglie e buoi dei paesi tuoi” stava a indicare che essendo dello stesso sostrato etnico, ci fosse similitudine, punti di riferimento che potevano incontrarsi e armonizzarsi. C’è il momento dell’innamoramento, poi arriva l’amore, lo star bene insieme, poi il volersi bene e via via col tempo. Sono due mondi diversi che si incontrano: anche in quelli che hanno avuto indicazioni simili – oggi sempre più difficile – ci sono le differenze nell’acquisizione di modelli (che si formano nei primi 6/8 anni di vita); poi noi cambiamo perché entriamo in una realtà dinamica per cui ciò che ho incontrato non è detto che abbia prodotto dei cambiamenti adeguamenti, una visione più efficace nel considerare la realtà esterna. E poi difficilmente due persone camminano con la stessa velocità, hanno le stesse modalità di vedere e di comprendere gli accadimenti.

C.M.: Venere e Psiche, rapporti fra nuora e suocera?

L.G.: Forse oggi c’è una maggior comprensione verso la giovane sposa nel portare avanti la vita attuale, però sembrerebbe un incremento di disponibilità più apparente che reale. L’archetipo millenario della mamma col figlio maschio, che è un suo possesso, è dominante, anche se razionalmente la suocera stessa tende a non accettarlo: nel profondo dell’inconscio però qualcosa gioca. E poi cambia molto da regione a regione…

C.M.: COVID e terrorismo mediatico…

L.G.: Pericolosissimo. Sono durissimo e molto critico. Verso gli amministratori sia locali sia nazionali: una vergognosa incompetenza. Va bene affrontare il dramma sanitario, va bene e speriamo presto che venga affrontato il dramma economico, ma già sei mesi fa ho predetto che saremmo andati incontro a un pericoloso incremento di patologie per motivi d’ansia, attacchi di panico, fobie, nevrosi, insonnie, tachicardie. Quando verrà meno l’impegno a tenerci in piedi, perché potremo rilassarci, dalla memoria del corpo emergerà il vissuto, riempiendoci di questi inquilini.

C.M.: Ma le società farmaceutiche saranno pronte a sostenerci…

L.G.: Domandiamoci allora che significato ha un terrorismo mediatico di questa entità. Ne parlo, ma in generale, esponendo questi dubbi, rischiamo di uscire da quel falso storico che è il “political correct”. Ho apprezzato moltissimo quei 150 intellettuali americani che hanno fatto un manifesto contro la dittatura del political, che vuol dire il falso, ciò che non puoi dire. È la distruzione del tessuto sociale che si accompagna con il “tutto e subito”.

C.M.: Tutto e subito?

L.G.: È il frutto del pragmatismo americano: introdotto da Dewey, un pensiero raffinatissimo che nasceva da una conoscenza filosofica con radici addirittura nei presocratici. Da non confondere con quello deteriore di chi non ha il concetto dell’elaborazione profonda delle situazioni. Ricordo di aver spiegato, con una certa ironia, a una signora con pretese di risultati immediati, quanti mesi erano necessari a una creatura per formarsi e venire al mondo. Dove si può accelerare, ben venga la velocizzazione, ma diventarne dipendenti col rischio di trascurarne troppe parti, non è salutare.

C.M.: Depressione e aggressività, le due reazioni presenti in questo periodo.

L.G.: L’aggressività è quasi sempre espressione di impotenza di fondo: se la persona è forte ha una sicurezza di base (ed è uno dei lavori della psicanalisi), un’adeguata fiducia in se stessa – non presunzione – raggiunge quell’equilibrio che impedisce raramente l’espressione di forme di aggressività, tanto meno diventa offensivo. L’aggressività può essere curata da un adeguato sostegno dell’io, cosa non facile perché si fa attraverso azioni concettuali, ma anche attraverso esercizi mirati.

C.M.: Tra i suoi pazienti trova più persone con problemi di aggressività o depressione?

L.G.: Dipende dai presupposti iniziali del soggetto. Chi portava in sé fattori di energia male indirizzata si è diretto verso l’aggressività; chi aveva già qualche deficit energetico è andato verso la depressione, una depressione reattiva, non endogena, data dai fatti. Dal dilagare della modalità angosciante usata dai mass media ci troviamo come nel dopoguerra. Allora eravamo distrutti, ma con la speranza della ricostruzione; oggi no. Oggi siamo stati colpiti dal messaggio che non ci possa essere un futuro adeguato. La fiducia nel domani mette in moto delle forme di energia: se massacro la speranza, mi chiudo in un inferno che diventa un inferno di vita perché mi abituo a vedere quasi esclusivamente ciò che non va nelle situazioni.

C.M.: È il distanziamento sociale o la mascherina, il nostro nemico più pericoloso?

L.G.: Il distanziamento. L’uomo è relazione, ha bisogno del contatto di trovarsi con amici, di comunicare, di confrontarsi.

C.M.: E nei giovani?

L.G.: Non a caso hanno reagito con momenti di pseudo libertà di nascosto, con grande avvicinamento. Sabato pomeriggio in piazza Vittorio erano uno addosso all’altro, senza mascherina. La ribellione è già una caratteristica dell’adolescenza, ma dopo un anno di repressione il minimo è capirli, non approvarli, ma capirli.

C.M.: La maschera ha creato un mondo parallelo…

L.G.: In analisi ha creato danni enormi. Ognuno si esprime non solo con la voce, ma con lo sguardo, con il sorriso, con la postura ecc. per cui questa censura ha eliminato il linguaggio del corpo e specialmente del viso. L’aspetto che questa situazione ha danneggiato maggiormente è la possibilità di vedere la reazione nell’espressione dell’altro: non parliamo poi della seduta attraverso il video, dove non si percepiscono le mille sfumature che in presenza un analista può cogliere.

C.M.: Perché non sono stati intervistati, anzi sono stati ridicolizzati, premi Nobel come i professori Montagner, Tarro e altri ricercatori come Montanari?

L.G.: Come mai i giornalisti invece di andare a cercare i veri nomi ci hanno martellato con personaggi assai discutibili? Forse perché i veri nomi sanno penetrare il problema con quella efficacia che non sempre l’intervistatore desidera. Lei conosce la “Teoria dei sospetti, con le idee di Freud, Nietzsche e Schopenhauer”? Ci sono bravi medici, ma sono stati interpellati solo pochi virologi. Spesso vedo intervistate non persone di maggior prestigio scientifico, ma quelle di maggior conoscenze in ambito di comunicazione… Qualche ragione c’è.

C.M.: La ruota degli eventi è fatta girare da SERPENTE, MAIALE e GALLO: quale il più fastidioso?

L.G.: Vanità. Tipica della persona invidiosa. Invece di osservare il proprio valore e quanto può migliorare, l’invidioso gioisce di mostrare agli altri quanto poco vale l’altro. Anche il serpente nell’Eden tocca la vanità, ma qui interviene il concetto della conoscenza. Ogni volta che l’uomo si è avviato sulla strada della conoscenza è stato punito dagli dei. Dalla Torre di Babele, a Prometeo, all’Ulisse di Dante, la conoscenza viene vista come pericolosa, persino dall’inquisitore ne “Il nome della rosa”.

Per quanto mi riguarda sono sicuro che con la conoscenza non diventeremo mai gregge, per cui non ci porteranno dove vogliono. Tutto ciò è molto importante.

ATTRAVERSANDO L’ULTIMO VELO

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INGRESSO GRATUITO

Carissimi/e, vi segnaliamo con piacere questo interessantissimo evento a cui parteciperà il nostro Prof. Grandi. Verrà trattato il delicato tema del fine vita, visto da diverse prospettive, con il contributo di relatori di altissimo livello.
Un momento di approfondimento professionale e culturale da non perdere e da diffondere ai nostri contatti.

Biblioteca Civica “Antonio Arduino”, Via Cavour, 31, 10024 Moncalieri TO
L’incontro sarà trasmesso in diretta sulla Pagina:
Facebook @BiblioMonc
Ingresso libero per Info: 011/6401600

Un incontro presentato dalla scrittrice e poetessa Chicca Morone, presidente de “Il mondo delle idee”, rivolto ad un argomento estremamente delicato. Un argomento che non viene quasi mai trattato durante gli incontri pubblici, ma che interessa ogni essere vivente: la Morte.

L’Evento affronterà approfondimenti sul tema del fine vita, cercando di comprendere perché un fenomeno così naturale debba essere ancora considerato un tabù.

L’atteggiamento di paura verso l’ignoto salto verso l’abisso viene affrontato da medici, psichiatri, psicologi, filosofi, poeti, teologi, biologi e da figure di intellettuali in modo assai diverso.

Inoltre l’atteggiamento della paura spinge chiunque, o quasi, ad esorcizzarne la presenza, se non addirittura a negarla con l’arma della palese indifferenza.

Riteniamo che i tempi siano maturi per affrontare con determinazione un argomento tanto poco discusso dai media ma affrontato con grande riservatezza e discrezione negli ambienti che si occupano di questioni spirituali.

Forse dovremmo stupirci di provare imbarazzo o disagio di fronte ad un evento inevitabile e necessario per gli equilibri biologici del Pianeta.

Senza la morte biologica il nostro Pianeta sarebbe invivibile: un ossimoro, forse, ma solo in apparenza.

Ascolteremo tre interventi:

Il primo sarà curato dal Prof. Marco Matteoli di Carrara, affronterà la visione prospettica di come il Divenire venne vissuto nel XVI secolo, ed in particolare verrà descritta la “Visione del Mondo” di Giordano Bruno, di cui Matteoli è illuminato studioso e conoscitore, con particolare riferimenti alle opere che trattarono il tema di vita, morte e reincarnazione.

Il secondo intervento, curato dal Prof. Lino Graziano Grandi, descriverà le varie tipologie d’approccio al fine vita, che possano essere adottate dal Terapeuta per tutelare l’equilibrio psicologico del paziente. Il fine sarà sempre quello di rendere meno dolorosa la fase terminale della vita, le varie strategie psicodinamiche saranno affrontate per coglierne le differenze.

Infine il terzo intervento, declinato dal Dr. Emilio Terziano, medico che si occupa anche di accompagnamento alla morte, di regressione ipnotica, di medicina vibrazionale, affronterà, introducendoci nel mondo delle cosiddette energie sottili, le varie fasi del passaggio tra la cosiddetta Vita e l’Oltre.

Dr. Giancarlo Guerreri – Moderatore dell’incontro

Auguriamo a tutti una proficua partecipazione all’incontro.

RELATORI

Marco Matteoli

Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. È stato ricercatore in Storia della filosofia del Rinascimento e dell’età moderna presso la Scuola Normale Superiore e presso l’Università di Pisa. È autore di Nel tempio di Mnemosine, di L’arte della memoria di Giordano Bruno (Pisa 2019) ed è uno dei curatori delle edizioni critiche delle opere mnemotecniche e lulliane di Giordano Bruno (Milano 2004, 2009, 2012). Il Prof Matteoli, allievo del Prof. Ciliberto, è uno tra i più qualificati studiosi dell’Opera bruniana.

Lino Graziano Grandi

Nato a Cuneo è laureato in filosofia e specializzato in psicologia clinica (corso universitario triennale presso l’Università di Torino) nel 1972. Ha insegnato psicologia del lavoro e psicologia clinica presso le Facoltà di Filosofia e specialità in Psichiatria, in particolare prima dell’avvento della Facoltà di Psicologia. Ha svolto attività psicodiagnostica e psicoterapeutica per il Ministero di Grazia e Giustizia ed è Consulente della Sacra Rota. Ha avviato il primo Centro di Ascolto e di sostegno psicologico presso Scuole Medie inferiori e superiori nella città di Torino.

Emilio Terziano

Medico ospedaliero di grande esperienza, che ha approfondito il suo interesse per le medicine complementari. Andare oltre la medicina ordinaria, esplorando soluzioni a impatto zero che consentano di arrivare anche là dove le terapie tradizionali non hanno effetto. Ostetrico e ginecologo di grande esperienza, medico ospedaliero fino al 2007, il dottor Emilio Terziano ha approfondito lo studio di svariate metodiche complementari: agopuntura, omeopatia, orgonoterapia, ipnosi e medicina energetica vibrazionale. Una prospettiva diagnostica e terapeutica, quella delle “energie sottili”, rivelatasi efficace anche nei casi di pazienti affetti da importanti patologie, neoplastiche e degenerative e, unitamente all’ipnosi, nell’accompagnamento alla morte.

Identità e sessualità fluide: le nuove frontiere della clinica. Linee di ricerca e trattamento.

Identità e sessualità fluide: le nuove frontiere della clinica. Linee di ricerca e trattamento. BLAST

“Fluidità” è un termine utilizzato per descrivere qualcosa che non ha una forma definita e definitiva, sfuggendo a classificazioni e schemi predefiniti. In particolare, questo aspetto riguarda i processi di costruzione dell’identità e le variazioni della sessualità in un contesto socioculturale in evoluzione.

Il professionista sanitario si trova sempre più spesso di fronte a situazioni complesse e nuove che non possono essere comprese e gestite utilizzando solo i vecchi paradigmi teorici della personalità e le tecniche psicoterapeutiche tradizionali. Il percorso formativo proposto, composto da quattro incontri che rappresentano le principali età della vita, offre approfondimenti, esperienze e riflessioni per sviluppare competenze e strumenti clinici adeguati alle nuove configurazioni identitarie e alle recenti forme di malessere.

XXIX Congresso S.I.P.I.

XXIX Congresso S.I.P.I. BLAST
Nella splendida cornice di Firenze si è concluso il XXIX congresso nazionale S.I.P.I. che ha visto tra i relatori il ns prof. Lino Graziano Grandi, la dott.ssa Francesca Di Summa, il dott. Gian Sandro Lerda, la dott.ssa Stefania Caudana, la Dott.ssa Emanuela Grandi Psicologa Psicoterapeuta Formatore , la dott.ssa Anna Maria Bastianini, la dott.ssa Enrica Fusaro, il dott. Luca Burdisso, sotto la guida del Presidente SIPI dott. Giansecondo Mazzoli e con la partecipazione della dott.ssa Veronica Lo Sapio, della Dottoressa Gagliano Raffaella , della Dott.ssa Simona Ciaccio , della dott.ssa Saveria Barbieri, di molti allievi della Scuola Adleriana di Psicoterapia sede di Torino e della Scuola Psicoterapia Adleriana (sede di Reggio Emilia) nonché i tirocinanti post lauream del ns Istituto. Sono state tre giornate intense che hanno lasciato stimoli ed interrogativi che saranno ripresi nelle supervisioni con gli allievi nonché quelle permanenti per psicoterapeuti.

 

Il ruolo del terapeuta nell’era del Metaverso: in che modo le psicotecnologie possono contribuire al benessere psicologico della persona?

Il ruolo del terapeuta nell’era del Metaverso: in che modo le psicotecnologie possono contribuire al benessere psicologico della persona? BLAST

Gentile Collega,

come annunciato nella breve presentazione fatta durante il convegno sull’emergenza di sabato u.s., ti invitiamo a compilare il questionario:

“Il ruolo del terapeuta nell’era del Metaverso: in che modo le psicotecnologie possono contribuire al benessere psicologico della persona?

            Un gruppo di specializzande della nostra Scuola ha promosso, costruendo un questionario, una ricerca sulla necessità di re-inventare il ruolo dello psicologo/psicoterapeuta e su come integrare nella pratica professionale tradizionale le psico-tecnologie.

La ricerca ha l’obiettivo di indagare, all’interno della comunità degli psicologi e degli psicoterapeuti, il livello di conoscenza, di utilizzo e necessità di formazione sulle psico-tecnologie. I risultati verranno presentati al XXIX convegno SIPI del 21-23 ottobre 2022 e vi saranno inviati via mail successivamente.  Sarebbe molto gradita la diffusione del link presso i vostri colleghi/amici psicoterapeuti/psicologi e studenti in psicologia in modo da poter raccogliere il maggior numero di risposte possibili.

            La compilazione del questionario richiede poco tempo e dovrà essere conclusa assolutamente entro il 19 ottobre 2022 per poter permettere alle specializzande di raccogliere ed elaborare i dati.

ecco il link: https://forms.gle/g8VpQ4eDw2eaaESz5

Grazie per la collaborazione!

 

“Giornata internazionale della salute mentale”

“Giornata internazionale della salute mentale” BLAST

Ne parliamo con Gian Piero Grandi, psicologo e psicoterapeuta, formatore e docente della “Scuola Adleriana di Psicoterapia”

Lunedì 10 ottobre, è stata la “Giornata Internazionale della Salute Mentale”, un tema delicato, oggi ancor di più visto i due anni difficili che abbiamo vissuto. La giornata, che compie proprio quest’anno 30 anni, è nata per sensibilizzare le persone verso il tema della salute mentale, troppo spesso accantonato, non considerato e sottovalutato.

La sua importanza risiede, infatti, negli obiettivi che si pone e, quest’anno, il tema è quello di “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”. Al di là di quella che può essere la giornata vera e propria, è importante fare luce sull’importanza del tema della salute mentale, spesso ignorato.

In una società dove tutto scorre veloce, dove si è sempre più impegnati in molteplici attività, molto spesso non riusciamo a cogliere, in noi e negli altri, i segnali di un disagio interiore. Fondamentale è combattere i pregiudizi e la discriminazione verso questa tematica creando un’occasione di confronto, facendo informazione, ricercando quell’empatia e quella sensibilità che sono necessarie per aiutare e comprendere sé stessi e gli altri. A proposito di autorevolezza abbiamo ritenuto importante rivolgere le nostre domande ad un professionista del settore, ben vicino alla tematica che stiamo affrontando.

Si tratta del Dottor Gian Piero Grandi, psicologo e psicoterapeuta, formatore e docente della “Scuola Adleriana di Psicoterapia”.

Domanda: Buongiorno Dottore, innanzitutto, quanto sono importanti giornate come quelle di oggi?

Risposta: Diciamo che l’importanza, al di là delle giornate convenzionali come quella di oggi, è la sensibilizzazione verso i problemi legati alla salute mentale. Occorre diffondere un messaggio corretto sul tema, non nascondendo la tematica facendo finta che non esista, sottovalutando così il problema.

Domanda: Quali sono i primi campanelli d’allarme di un disagio/problema?

Risposta: Importante è sentire e rendersi conto di ciò che in me non funziona. Ansia, stress, depressione possono essere i primi campanelli d’allarme. Una volta che mi osservo e riconosco in me qualcosa che non funziona, l’importante è rivolgermi a qualcuno che mi possa aiutare: un genitore, un insegnante, un amico. Se poi chi coglie il mio segnale di aiuto non è in grado di aiutarmi effettivamente a livello psicologico, perchè è molto difficile essere obiettivi e non essere troppo coinvolti emotivamente verso una persona che si ama, è importante rivolgersi ad uno psicologo, o ancora meglio, ad uno psicoterapeuta.

Domanda: La vergogna. Molte volte si riconoscono i segnali ma a causa di essa non si esternano agli altri determinati disagi che, purtroppo, molte volte portano anche a gesti estremi o di autolesionismo. Come fare a non provare vergogna?

Risposta: L’accettazione è un primo passo verso la comprensione ed il riconoscimento di determinati disagi che non ci permettono di essere felici, o semplicemente funzionali al cento per cento. La totale mancanza di stimoli: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni personali, è indubbiamente un segnale che effettivamente c’è qualcosa che non va. Una volta accettato, appunto, una buona scelta è il parere esterno, ossia dello psicologo/psicoterapeuta. Se, infatti, attraverso un processo di consapevolezza riesco a rendermi conto che effettivamente il problema esiste, posso fare qualcosa di produttivo per superarlo. L’importante è non provare vergogna, non svalutando il problema e non temendo il giudizio degli altri.

Domanda: Un sostegno, quello psicologico, che andrebbe inserito anche, ad esempio all’interno dei reparti d’urgenza, come i pronto soccorsi?

Risposta: Si, concordo. Una figura come quella dello psicologo e dello psicoterapeuta assolverebbero ad una funzione importante all’interno di un pronto soccorso in quanto potrebbero approcciarsi sin da subito a quelle situazioni “delicate” che si presentano nei reparti d’urgenza. Purtroppo in Italia non si è ancora giunti a quel punto. Già il fatto di riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’importanza della salute mentale è un passo avanti. Anche perchè, essendo sinceri, credo che nessuno possa vantare una sanità mentale al cento per cento. Ansia e stress fanno ormai parte di gran parte di noi. Alfred Adler, sosteneva che la salute mentale fosse funzionale quando si era in grado di assolvere al 33,3 per cento periodico i compiti vitali in ognuna di queste tre aree: studio/lavoro – affetti – relazioni sociali.

La percentuale di persone che soffre, e ha sofferto, di problemi di salute mentale sono in aumento negli ultimi anni. Ciò che è mancata, a livello sociale e istituzionale, è una risposta corretta a questo tema. Purtroppo bisogna fare ancora i conti con la troppa stigmatizzazione, discriminazione e pregiudizio che impedisce a chi necessita di aiuto la possibilità di rivolgersi apertamente a chi può fornire l’aiuto opportuno.

Il Tempo dell’Emergenza, interventi integrati in contesti clinici e sociali

Il Tempo dell’Emergenza, interventi integrati in contesti clinici e sociali BLAST

In questo intervento la dott.ssa Madeo inizialmente farà una breve introduzione del Servizio N.P.E. (Nucleo Psicologico dell’Emergenza):

  • funzionamento,
  • presentazione di alcuni dati relativi alle attività svolte,
  • illustrazione del Protocollo con le FF.OO,

Successivamente effettuerà una presentazione dell’Ambulatorio per le Urgenze Psicologiche per quanto riguarda gli aspetti di interventi in contesti clinici e successivamente presenterà il Progetto di Supporto Psicologico durante l’Emergenza Profughi Ucraini per evidenziare le caratteristiche dell’intervento in contesti sociali nelle sue diverse fasi e gli strumenti utilizzati durante l’attività emergenziale:

  • Scheda di Triage Psicologico (Italiana e Ucraina)
  • Brochure psicoeducativa (Italiana e Ucraina)