SE UCCIDIAMO LA SCUOLA E GLI ANZIANI UCCIDIAMO IL FUTURO

SE UCCIDIAMO LA SCUOLA E GLI ANZIANI UCCIDIAMO IL FUTURO

SE UCCIDIAMO LA SCUOLA E GLI ANZIANI UCCIDIAMO IL FUTURO BLAST

Di Stefania Caudana

I segni delle mascherine pian piano svaniranno, ma non le loro tracce nella psiche e nella nostra storia.

A questo potrà giungere riparatrice la funzione narrativa che noi uomini possediamo: costruire storie capaci di raccontare ciò che è accaduto, per creare ponti simbolici e di significato che superino le fratture (traumatiche) presenti nella psiche individuale e collettiva. La speranza deve trovare spazio e per guardare avanti appare necessario rivolgersi indietro: alla storia dell’umanità, ai suoi tanti cicli, alle risorse ed alla forza che da sempre l’uomo ha dimostrato di possedere e alla possibilità di rinascita che deriva dal dolore e dalla paura, dalla conquista della libertà, in primis di pensiero e di ragionamento. Una libertà correlata al senso di responsabilità e di appartenenza. Qui si inserisce il valore della scuola e della formazione; spesso troppo attenti ai contenuti e agli aspetti prestazionali, sono molti i genitori preoccupati dal mancato svolgimento, durante l’anno di pandemia, di parti del programma scolastico. Ma ben altro li dovrebbe preoccupare. Che cosa rappresenta la scuola? Cosa hanno perso i bambini e i ragazzi in questo periodo di Covid-19? La scuola non è soltanto un luogo dove si imparano delle cose, ma un potente e fondamentale luogo formativo; è principalmente una “scuola di vita e di crescita”, un susseguirsi di esperienze che i nostri figli vivono (e speriamo tornino presto a vivere!), per misurarsi con gli altri, per riconoscere e superare le proprie paure ed ansie, per costruirsi ed impegnarsi in obiettivi, per affrontare prove, accettare fallimenti, gioire delle proprie e delle altrui conquiste, sperimentare la dimensione comunitaria e gli aspetti che la caratterizzano, incontrare i propri talenti e i propri limiti. È primariamente relazione: con se stessi, con gli altri, compagni ed insegnanti che siano. È comprensione che, come la storia insegna, si può crescere solo tutti insieme.

Da tale esperienza scaturiscono, in un continuo incontro con il diverso e con il  cambiamento che caratterizza le “cose” della vita, gli elementi necessari alla costruzione della persona: il riconoscimento del proprio valore, l’accettazione dei limiti propri e della vita, la capacità di ragionare e le nuove conoscenze, anch’esse dimensioni relazionali. I singoli contenuti e le singole materie, per quanto importanti da acquisire, rappresentano l’occasione, il ponte che permette di entrare nel mondo interno del ragazzo, creare movimento e condurlo ad un processo espressivo, cioè a dare forma e vita a quello che ha dentro, mettendolo fuori. Questo è stato tolto ai bambini ed ai ragazzi dal virus: la dimensione relazionale che sta alla base della scuola. L’esperienza ha dato la possibilità di far emergere, in quei soggetti che le possedevano, competenze organizzative rese necessarie dal venire meno del “contenitore scuola”. Ciononostante, ci si augura una ripresa degli enti formativi e scolastici in presenza per consentire (testimone giunge nuovamente la storia dell’uomo) che dalla crisi possa generarsi una forza vitale ed innovativa e che le nuove generazioni recuperino i valori fondanti dell’uomo e della vita.

Anche l’anziano, non tanto come soggetto fragile da proteggere, immagine alla quale preferisco contrapporre quella di persona a cui dedicare gratitudine e cura per ciò che ha affrontato, costruito e lasciato a noi in eredità, va visto come uno dei valori da riscoprire. In una dimensione ciclica, come ancora la natura ci insegna, l’anziano non rappresenta una candela che lentamente si spegne, ma un tassello fondamentale per la società, per i giovani e per il futuro; l’esperienza che ha acquisito, le abilità che solo lui possiede, la sua  narrazione della storia, quel guardare indietro per andare avanti, in lui e solo in lui abitano e se l’uomo dimostrerà di avere ancora un minimo di istinto di sopravvivenza e di intelligenza ne recupererà il valore ed il significato. Se uccidiamo la scuola e gli anziani, uccidiamo l’uomo e il suo futuro.