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Il ruolo del terapeuta nell’era del Metaverso: in che modo le psicotecnologie possono contribuire al benessere psicologico della persona?

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Gentile Collega,

come annunciato nella breve presentazione fatta durante il convegno sull’emergenza di sabato u.s., ti invitiamo a compilare il questionario:

“Il ruolo del terapeuta nell’era del Metaverso: in che modo le psicotecnologie possono contribuire al benessere psicologico della persona?

            Un gruppo di specializzande della nostra Scuola ha promosso, costruendo un questionario, una ricerca sulla necessità di re-inventare il ruolo dello psicologo/psicoterapeuta e su come integrare nella pratica professionale tradizionale le psico-tecnologie.

La ricerca ha l’obiettivo di indagare, all’interno della comunità degli psicologi e degli psicoterapeuti, il livello di conoscenza, di utilizzo e necessità di formazione sulle psico-tecnologie. I risultati verranno presentati al XXIX convegno SIPI del 21-23 ottobre 2022 e vi saranno inviati via mail successivamente.  Sarebbe molto gradita la diffusione del link presso i vostri colleghi/amici psicoterapeuti/psicologi e studenti in psicologia in modo da poter raccogliere il maggior numero di risposte possibili.

            La compilazione del questionario richiede poco tempo e dovrà essere conclusa assolutamente entro il 19 ottobre 2022 per poter permettere alle specializzande di raccogliere ed elaborare i dati.

ecco il link: https://forms.gle/g8VpQ4eDw2eaaESz5

Grazie per la collaborazione!

 

“Giornata internazionale della salute mentale”

“Giornata internazionale della salute mentale” BLAST

Ne parliamo con Gian Piero Grandi, psicologo e psicoterapeuta, formatore e docente della “Scuola Adleriana di Psicoterapia”

Lunedì 10 ottobre, è stata la “Giornata Internazionale della Salute Mentale”, un tema delicato, oggi ancor di più visto i due anni difficili che abbiamo vissuto. La giornata, che compie proprio quest’anno 30 anni, è nata per sensibilizzare le persone verso il tema della salute mentale, troppo spesso accantonato, non considerato e sottovalutato.

La sua importanza risiede, infatti, negli obiettivi che si pone e, quest’anno, il tema è quello di “Rendere la salute mentale e il benessere di tutti una priorità globale”. Al di là di quella che può essere la giornata vera e propria, è importante fare luce sull’importanza del tema della salute mentale, spesso ignorato.

In una società dove tutto scorre veloce, dove si è sempre più impegnati in molteplici attività, molto spesso non riusciamo a cogliere, in noi e negli altri, i segnali di un disagio interiore. Fondamentale è combattere i pregiudizi e la discriminazione verso questa tematica creando un’occasione di confronto, facendo informazione, ricercando quell’empatia e quella sensibilità che sono necessarie per aiutare e comprendere sé stessi e gli altri. A proposito di autorevolezza abbiamo ritenuto importante rivolgere le nostre domande ad un professionista del settore, ben vicino alla tematica che stiamo affrontando.

Si tratta del Dottor Gian Piero Grandi, psicologo e psicoterapeuta, formatore e docente della “Scuola Adleriana di Psicoterapia”.

Domanda: Buongiorno Dottore, innanzitutto, quanto sono importanti giornate come quelle di oggi?

Risposta: Diciamo che l’importanza, al di là delle giornate convenzionali come quella di oggi, è la sensibilizzazione verso i problemi legati alla salute mentale. Occorre diffondere un messaggio corretto sul tema, non nascondendo la tematica facendo finta che non esista, sottovalutando così il problema.

Domanda: Quali sono i primi campanelli d’allarme di un disagio/problema?

Risposta: Importante è sentire e rendersi conto di ciò che in me non funziona. Ansia, stress, depressione possono essere i primi campanelli d’allarme. Una volta che mi osservo e riconosco in me qualcosa che non funziona, l’importante è rivolgermi a qualcuno che mi possa aiutare: un genitore, un insegnante, un amico. Se poi chi coglie il mio segnale di aiuto non è in grado di aiutarmi effettivamente a livello psicologico, perchè è molto difficile essere obiettivi e non essere troppo coinvolti emotivamente verso una persona che si ama, è importante rivolgersi ad uno psicologo, o ancora meglio, ad uno psicoterapeuta.

Domanda: La vergogna. Molte volte si riconoscono i segnali ma a causa di essa non si esternano agli altri determinati disagi che, purtroppo, molte volte portano anche a gesti estremi o di autolesionismo. Come fare a non provare vergogna?

Risposta: L’accettazione è un primo passo verso la comprensione ed il riconoscimento di determinati disagi che non ci permettono di essere felici, o semplicemente funzionali al cento per cento. La totale mancanza di stimoli: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni personali, è indubbiamente un segnale che effettivamente c’è qualcosa che non va. Una volta accettato, appunto, una buona scelta è il parere esterno, ossia dello psicologo/psicoterapeuta. Se, infatti, attraverso un processo di consapevolezza riesco a rendermi conto che effettivamente il problema esiste, posso fare qualcosa di produttivo per superarlo. L’importante è non provare vergogna, non svalutando il problema e non temendo il giudizio degli altri.

Domanda: Un sostegno, quello psicologico, che andrebbe inserito anche, ad esempio all’interno dei reparti d’urgenza, come i pronto soccorsi?

Risposta: Si, concordo. Una figura come quella dello psicologo e dello psicoterapeuta assolverebbero ad una funzione importante all’interno di un pronto soccorso in quanto potrebbero approcciarsi sin da subito a quelle situazioni “delicate” che si presentano nei reparti d’urgenza. Purtroppo in Italia non si è ancora giunti a quel punto. Già il fatto di riuscire a sensibilizzare l’opinione pubblica verso l’importanza della salute mentale è un passo avanti. Anche perchè, essendo sinceri, credo che nessuno possa vantare una sanità mentale al cento per cento. Ansia e stress fanno ormai parte di gran parte di noi. Alfred Adler, sosteneva che la salute mentale fosse funzionale quando si era in grado di assolvere al 33,3 per cento periodico i compiti vitali in ognuna di queste tre aree: studio/lavoro – affetti – relazioni sociali.

La percentuale di persone che soffre, e ha sofferto, di problemi di salute mentale sono in aumento negli ultimi anni. Ciò che è mancata, a livello sociale e istituzionale, è una risposta corretta a questo tema. Purtroppo bisogna fare ancora i conti con la troppa stigmatizzazione, discriminazione e pregiudizio che impedisce a chi necessita di aiuto la possibilità di rivolgersi apertamente a chi può fornire l’aiuto opportuno.

Il Tempo dell’Emergenza, interventi integrati in contesti clinici e sociali

Il Tempo dell’Emergenza, interventi integrati in contesti clinici e sociali BLAST

In questo intervento la dott.ssa Madeo inizialmente farà una breve introduzione del Servizio N.P.E. (Nucleo Psicologico dell’Emergenza):

  • funzionamento,
  • presentazione di alcuni dati relativi alle attività svolte,
  • illustrazione del Protocollo con le FF.OO,

Successivamente effettuerà una presentazione dell’Ambulatorio per le Urgenze Psicologiche per quanto riguarda gli aspetti di interventi in contesti clinici e successivamente presenterà il Progetto di Supporto Psicologico durante l’Emergenza Profughi Ucraini per evidenziare le caratteristiche dell’intervento in contesti sociali nelle sue diverse fasi e gli strumenti utilizzati durante l’attività emergenziale:

  • Scheda di Triage Psicologico (Italiana e Ucraina)
  • Brochure psicoeducativa (Italiana e Ucraina)

Intervento immediato in psicologia dell’emergenza. Come affrontare le esperienze traumatiche

Intervento immediato in psicologia dell’emergenza. Come affrontare le esperienze traumatiche BLAST

Nell’attività clinica di uno psicoterapeuta sono sempre più frequenti richieste di interventi di psicologia dellemergenza e di psico-traumatologia, per complessità del sistema sociale e per sensibilità e formazione collettiva sulla tutela del benessere e della salute psicofisica.

Per intervento di psicologia dellemergenza si intende un intervento spesso sul campo a supporto di vittime di eventi accidentali umani o naturali, improvvisi e soverchianti dal punto di vista mentale perché inattesi, imprevedibili e dalle conseguenze drammatiche, che possono includere la perdita di vite umane. Possono essere eventi semplici o complessi in base al numero di persone che coinvolgono. In caso di catastrofi o disastri naturali o umani si parla di maxi-emergenza.

Per intervento di psico-traumatologia si intende invece un intervento clinico, psicoterapeutico di elaborazione di un evento traumatico nei giorni successivi all’evento. Anche in questo caso si possono ipotizzare interventi individuali o di gruppo, qualora venga rispettato il criterio dell’omogeneità delle vittime a cui ci si rivolge. Il setting può variare ed essere emergenziale (ovvero presso i campi base, centri profughi…) o tradizionale.

Le più recenti evidenze in letteratura sottolineano il valore protettivo per la salute mentale di interventi su disturbi acuti da stress (ASD nel DSM 5) con una sintomatologia che si presenta già a tre giorni dall’evento, ma anche in reazioni acute da stress (ASR) ovvero nelle situazioni normali e transitorie di stress a seguito di un evento traumatico, nonché nelle situazioni di disturbo post traumatico da stress.

Al fine di poter intervenire tempestivamente nella fase acuta dell’evento, nella psicologia dell’emergenza è importante predisporre gli aspetti organizzativi e tecnici sia nella fase antecedente l’evento (pre fase), sia nella fase di follow up (post fase) per la valutazione e il monitoraggio dell’impatto.

Gli interventi che possono essere messi in atto in funzione dei bisogni delle vittime e del ruolo dei soccorritori sono gli interventi di primo soccorso psicologico, di supporto psicosociale (specifici per i primi soccorritori o per psicologi dell’emergenza) e interventi di psicoterapia focalizzata sul trauma (specifici per psicoterapeuti dell’emergenza). Tra i primi si inseriscono la psicoeducazione, la normalizzazione, la stabilizzazione, il supporto psicosociale, tra i secondi l’intervento di elaborazione dell’evento traumatico tra cui l’intervento EMDR con il protocollo eventi recenti.

Maggiori informazioni per acquisire una formazione di base in psicologia dell’emergenza sono disponibili sul sito del progetto europeo Erasmus plus, Psych.E.In (Psychological Early Intervention: Clinical Training) disponibili e scaricabili gratuitamente al link: https://psychein.pixel-online.org

ALLARME ADOLESCENZA. TECNICHE E STRATEGIE DI GESTIONE DEI SINTOMI ACUTI IN ETÀ EVOLUTIVA

ALLARME ADOLESCENZA. TECNICHE E STRATEGIE DI GESTIONE DEI SINTOMI ACUTI IN ETÀ EVOLUTIVA BLAST

Gian Sandro Lerda – Psicoterapeuta, Analista Didatta, Presidente IPI

Il malessere che pervade la società odierna investe in modo particolare gli adolescenti, producendo varie forme di disagio, alcune striscianti, altre esplosive.

Le caratteristiche tipiche del funzionamento mentale di questa fascia di età, la complessità e la precarietà del contesto socio-culturale di oggi, l’impronta narcisistica degli stili educativi attuali, l’indebolimento del senso comunitario a favore di una deriva individualistica, gli effetti a breve e lungo termine della Pandemia e delle misure di contenimento adottate in questi anni, hanno portato ad una situazione che possiamo definire, per molti versi, allarmante.

Come allarmanti sono i sintomi attraverso cui spesso si manifesta il disagio psicologico: attacchi di panico, isolamento sociale, autolesionismo, agiti anticonservativi, disturbi alimentari, dipendenza da internet sono oggi tra le più significative ed eclatanti espressioni del malessere in adolescenza.

Sintomi che richiedono spesso un intervento immediato per la loro intensità e pericolosità o per il rischio di un danno psichico permanente o di una rapida cronicizzazione. Manifestazioni che creano allarme e angoscia anche nei contesti familiari e sociali di appartenenza, su cui è necessario avviare interventi di contenimento e azioni di rinforzo.

Come si muove lo psicoterapeuta di fronte a richieste di presa in carico dove il carattere di urgenza richiede un pronto intervento, necessario per poter avviare un efficace processo di diagnosi e cura? Quali attenzioni porre per impostare correttamente il rapporto terapeutico, gestendo l’emergenza ma non essendone travolti? Quali interventi di rete promuovere per attivare una presa in carico multidisciplinare (quando necessaria) e la collaborazione dei diversi interlocutori (famiglia, scuola, gruppi sociali di appartenenza)?

Questi alcuni temi che verranno affrontati dal dott. Gian Sandro Lerda nel suo intervento, arricchito da esemplificazioni cliniche che possano chiarire la metodologia e l’approccio adottato, così come l’applicazione delle strategie e delle tecniche in situazioni specifiche.

 

 

L’URGENZA IN PSICOTERAPIA. GLI STRUMENTI DEL TERAPEUTA PSICODINAMICO NELLA GESTIONE DEI QUADRI CLINICI EMERGENTI.

L’URGENZA IN PSICOTERAPIA. GLI STRUMENTI DEL TERAPEUTA PSICODINAMICO NELLA GESTIONE DEI QUADRI CLINICI EMERGENTI. BLAST

Il prof. Lino G. Grandi affronterà durante il convegno “IL TEMPO DELL’EMERGENZA” nel suo intervento, questo delicato e attualissimo tema, proponendo uno sguardo che coniughi innovazione e creatività con professionalità ed efficacia.

URGENZA: questa la caratteristica prevalente con cui si presentano le richieste di intervento allo psicoterapeuta di oggi. Reale gravità del quadro psicopatologico? Livello di sofferenza non ulteriormente tollerabile? Rischi rispetto all’incolumità propria e altrui? Percezione soggettiva amplificata del malessere? Cultura del “tutto e subito” che diventa pretesa di un’immediata risoluzione (magica) dei problemi?

Il terapeuta, con il bagaglio delle sue competenze e dei suoi strumenti, dovrà discriminare tra le diverse opzioni e porre in atto interventi diagnostici e terapeutici differenziati in base ai quadri clinici e di personalità, ma non può ignorare la richiesta e l’atteggiamento del paziente di fronte alla prospettiva di un percorso di lavoro psicologico.

Come rispondere all’urgenza? Come adattare il modello psicodinamico, tradizionalmente associato ad interventi di lunga durata, alle diverse situazioni che si presentano? Quali tecniche, strategie e modalità relazionali?

L’Istituto di Psicologia Individuale “A. Adler” ha organizzato per sabato 8 ottobre un convegno sull’Emergenza in Psicoterapia. La partecipazione è gratuita ma è richiesta l’iscrizione.

 

L’uomo nel tempo

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Abituàti a stare nell’oscurità, come guardiamo la luce, restiamo accecati poiché non più capaci di vedere la realtà per come è realmente.
Fanno male gli occhi e lentamente bisogna riabituarli nuovamente a quello che a loro si mostra. La strada, il percorso che porta alla conoscenza è come una personale sfida che ciascuno se si sente pronto può decidere di intraprendere.
Si resterà sorpresi da ciò che si potrà scoprire

DISPONIBILE SU:

 

Parole a Nudo

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Questa società inter(s)connessa ha moltiplicato a dismisura il numero delle parole. Proliferano ovunque, scritte e pronunciate, cantate e urlate. Più spesso utilizzate per ferire che per sanare. In questo marasma alcune sono state abusate fino a perdere il senso di quello che dovrebbero significare davvero. Oggi si può affermare una cosa e domani l’esatto opposto, come se le parole fossero aleatorie, espressione del vago, canne al vento e quindi inutili segni su una pagina bianca. Altre si sono perdute, inghiottite dai vortici parolai che le hanno seppellite in fondo ai vocabolari quotidiani, simulacri di significati lontani. L’intenzione di questo libro è di recuperare e rivisitare alcune parole, pesarle e considerarle attraverso un’immersione nel loro significato, per un dignitoso e fecondo percorso di vita umana.

Autore: Lino Graziano Grandi
Editore: Effatà
Collana: Vivere in pienezza
Anno edizione: 2022
In commercio dal 31 ottobre 2022
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Chi desiderasse acquistare una copia in anteprima può richiederla scrivendo a: segreteria@istitutoadler.it

Intervistiamo il Prof. Lino Grandi, Direttore delle Scuole Adleriane di Psicoterapia

Intervistiamo il Prof. Lino Grandi, Direttore delle Scuole Adleriane di Psicoterapia BLAST

Intervistiamo il Prof. Lino Grandi, Direttore delle Scuole Adleriane di Psicoterapia.
Una vivace analisi dei temi scottanti che riguardano le risposte psicologiche ai drammi più recenti

VERSIONE INTEGRALE

Prendendo spunto da alcuni interventi  del Prof Lino Graziano Grandi, noto psicoterapeuta e Direttore delle scuole Adleriane di Psicoterapia, abbiamo realizzato, con l’Autore, un’intervista che evidenzia i disagi della Psiche così duramente provata dalle recenti, drammatiche, esperienze sanitarie e belliche.

Chiederemo al prof Grandi di spiegarci alcuni aspetti del disagio esistenziale che sembra interessare tutti gli abitanti del Pianeta, sottolineando i termini che sembrano meglio testimoniare la dura Realtà che ci circonda.

Giancarlo Guerreri: Prof Grandi, in questo periodo storico ci sembrerebbe quasi pleonastico parlare di disagio esistenziale. Le cause sembrano essere numerose, in base alla Sua esperienza potrebbe dirci come sta reagendo la popolazione?

Lino Grandi: l’apparenza inganna. Parrebbe che i cittadini italiani procedano serenamente nella loro quotidianità. La realtà psicologica propone complessità: sotterraneamente si è pervasi da un’ansia pervasiva, spesso connotata di angoscia, che opprime chi non fugge tuffandosi nel consumismo, nella negazione delle difficoltà, negli appagamenti effimeri. La semiologia ci insegna, ci sprona ad osservare. Ci si imbatte in volti che segnalano la presenza di malessere, spesso negato ricorrendo ad artifici per lo più pericolosi, oppure ad atteggiamenti che propongono, ostentano benessere; sono tratti però che appaiono più di superficie che di essenza veritiera. Il malessere, dicevo, è diffuso. Non basta fingere: la realtà nel presente ha la connotazione della preoccupazione, del dubbio, dell’incertezza. Si dovrebbe lavorare al riguardo: la psicologia clinica è il primo corroborante per la gestione della complessità.

G.G.: Quali variazioni dei comportamenti “normali” sono più frequenti e in quale misura i diversi sessi ne sono coinvolti?

L.G.: il più evidente, e particolarmente nocivo per la salute mentale, è una esasperazione narcisistica dell’individualismo. Segue un incremento della diffidenza tra le persone, la caduta a precipizio del sentimento sociale, ed il nullificarsi dello spirito di cooperazione. Anche il piacere di “incontrarsi” ha subito un arresto e si è avuto modo di constatare il consolidarsi del malato assioma “basto a me stesso”. Ed è noto che è espressione di disturbo psichico. Non si possono evidenziare significative differenziazioni fra i diversi sessi: è la storia personale di ognuno che permette di afflosciarsi o contrastare il “modus vivendi” coltivato dai gestori del potere mediatico. La psicologia psicodinamica può aiutare ad individuare la rotta più consona per non sottostare alla disgregazione della socialità e coltivare una modalità esistenziale, in linea con le attitudini personali, che favorisca la ricerca del benessere.

G.G.: Potrebbe dirci come, la Psicologia Clinica della quale Lei si occupa da moltissimi anni, possa aiutarci ad uscire da questo drammatico momento di disagio esistenziale, che sembra essere stato accelerato, se non catalizzato dalla recente Pandemia che taluni hanno anche definito psicopandemia?

L.G.: Condivido la definizione di psicopandemia. Non vi sono ricette per il contenimento del disagio da Lei evidenziato; ciò non esclude la possibilità/necessità per l’uomo, di non lasciarsi sopraffare dal temporale di ansia/angoscia che ha colpito tanti, troppi di noi. Può essere di supporto un percorso psicologico anche di breve durata per coloro che posseggano una buona resilienza. Per chi è stato pervaso, e lo ha riconosciuto, da un malessere bisognoso di contenimento, è consigliabile (anzi, il medico curante dovrebbe prescriverlo) un percorso di psicologia clinica psicodinamica che operi a vasto raggio ed in particolare sul “rinforzo dell’Io”. “L’uomo è relazione” ed il benessere va ricercato in quelli che Adler definiva “i compiti vitali”, e cioè l’ambito dell’amore, da leggere in modo estensivo, rispetto alla sessualità; l’ambito del lavoro ed infine nell’impegno ad essere partecipi ed attivi nella realtà sociale ed interrelazionale.

G.G.: La paura sembra essere il minimo comun denominatore del sopramenzionato disagio. La paura della morte o quella della vita?

L.G.: Lei parla di paura. Io ho riscontrato maggiormente l’angoscia. Lei invita a riflettere sulla paura della morte e se prevalga la paura della vita. La paura della morte è tema antico, presente da sempre. È l’ignoto che è di sua natura ansiogeno. Potrei dilungarmi a discutere e riflettere sul tema della fine della vita. Mi pare però che l’angoscia del vivere, l’incertezza dell’oggi e del domani, con la psicopandemia si siano accentuati. L’uomo persegue illusoriamente le certezze e poteva anche illudersi di accostarvisi. La catastrofe psicopandemica ha frantumato anche l’illusione, ha favorito quale meccanismo di difesa, la scaramanzia che possiamo tradurre in “non ci penso, quindi non succederà nulla di doloroso”. Incontrando nella professione e nel privato-sociale, le persone, ho constatato il dilagare dell’ansia, spesso “convertita” in malattie psicosomatiche, in depressione, in apatia, in accidia, in abbandono, in fatalismo, anche in “difensive” dissociazioni. Poco o nulla si è fatto per rinforzare la dignità dell’uomo e per rilanciare la bellezza della vita, la gioia del vivere, il recuperare il senso della vita, il riconoscere che sono, in quanto uomo, portatore di significato. La prospettiva costruttiva del clinico psicodinamico, opera per il perseguimento di quanto si è proposto, rinvigorendo la speranza.

G.G.: Prof Grandi, Lei ritiene che una volta definitivamente finita, ammesso che possa esistere un concetto di “fine”, la suddetta Pandemia tutti possano tornare ad assumere dei comportamenti normali, elaborando definitivamente il sentimento dell’angoscia?

L.G.: ritengo che il ripristino dei cosiddetti “comportamenti normali” sia per lo meno problematico, per non dire che è tanto auspicabile quanto improbabile. Anche se elaborato, permarrà un invasivo, per lo meno a livello inconscio, sentimento di ansiosa incertezza, che spesso sconfinerà in stati emotivi disturbanti. Non si esce indenni dalla valanga di angoscia che i gestori del potere dell’informazione, ci hanno scaricato addosso. Diviene assolutamente consigliabile suggerire un percorso d psicoterapia psicodinamica che potrà permettere un contenimento ed una progressiva riduzione (non sempre la scomparsa) del pervasivo stato di malessere. L’elaborazione del sentimento della Paura è possibile ma complessa e comunque necessaria. Da parte delle autorità, si è sostenuta l’azione dell’operare sull’area fisica dell’uomo; è stata ignorata l’area psicologica, emotiva più profonda, quasi l’uomo fosse solo corpo, nonostante da anni si conosca che noi siamo un’unità bio-psichica, laddove le due aree si influenzano reciprocamente.

G.G.: Cosa si nasconde dietro l’atteggiamento di molte persone, giovani e anziani, che continuano incredibilmente ad indossare la mascherina anche quando sono da sole in auto o nei luoghi più sicuri del Pianeta?

L.G.: Nulla si nasconde. L’invasività dell’angoscia somministrata ad abundantiam dai gestori del potere, svolge tutt’ora il suo compito. Ne siamo stati pervasi. Siamo annichiliti. Anche se superata razionalmente, essendo penetrata nelle aree oscure di molti di noi, continua a perpetuare il suo compito; quando le potenzialità razionali non controllano adeguatamente la nostra lettura della realtà, la pervasività dello stato angoscioso, così caro ai gestori del potere per un sempre maggiore controllo sociale, induce un vivere in un panorama desertico, laddove non hai più nemmeno l’aspettativa di imbatterti in un’oasi. Chi non ha avuto modo di riscontrare, spesso anche su di sé, un abbandono all’apatia, cadute nell’accidia, una socialità divenuta anoressica, un dilagante individualismo ed altro ancora, fattori questi che indicano un generalizzato stato di malessere, cui è opportuno e doveroso porre rimedio.

G.G.: La Psicologia Clinica trova in questo periodo una inaspettata fonte di applicazione: da un lato la Pandemia, dall’altro una guerra che sembra alle porte di casa. Difficile pensare che tutti possano avere degli strumenti per risolvere il “male di vivere”. Il ruolo dello Psicologo diventa quanto mai importante se non addirittura indispensabile, cosa ci può dire, come Terapeuta, sulla sua funzione?

L.G.: non si può non essere d’accordo. L’utilità della psicologia clinica psicodinamica, balza con evidenza agli occhi di tutti coloro che considerano gli effetti devastanti della Pandemia, cui è poi seguita la guerra, altra fonte di angoscia e di un malessere che si infiltra nei meandri più intimi del nostro psicologismo. L’umanità, almeno quella che è più immediatamente osservabile, ha colto la negatività e lemalheur de vivre del periodo che stiamo vivendo da tre anni, e che permane; è mancata però l’informazione sui percorsi più adeguati per recuperare un sano benessere e solo i più consapevoli, a prescindere dal livello culturale, sono ricorsi ad un cammino psicologico adeguato, privilegiando “le vie brevi”, che altro non sono che tamponi di breve e dubbia pregnanza. Va detto che anche gli studiosi di psicologia clinica poco hanno fatto per promuovere “la via del benessere”, per aiutare a consapevolizzare il malessere avvertito o latente che incide sulla qualità della vita. Un percorso di clinica psicologica pisco-dinamica è fondamentale, purché effettuato con professionisti adeguatamente preparati e con la libera volontà di essere co-protagonisti del processo introspettivo ed etero diretto, volto cioè a promuovere anche le modalità di contenimento e di collocazione del disagio. Devo sottolineare purtroppo la grave carenza della politica nonché di chi dovrebbe promuovere la significatività valoriale della psicologia, intesa come cura ma anche come crescita personale e rinforzo dell’Io, allorché la realtà induce pesanti impatti sul vivere quotidiano.

G.G.: La paura generica della morte, può da sola giustificare il diffuso grave malessere? Oppure Pandemia e guerra hanno semplicemente slatentizzato un disagio esistenziale di una Società in netto declino?

L.G.: l’evitamento che l’uomo, pur con le note eccezioni, attiva per difendersi, per allontanare, per negare la morte, precede la valanga di angoscia scatenata dai gestori dell’informazione in occasione della pandemia. Interessante è l’osservazione del degrado socio-culturale della Società, laddove ha trovato terreno fertile la slantentizzazione del disagio esistenziale. Le potenzialità dell’uomo da sostenere ed incentivare per un sostegno de benessere, grazie anche al contenimento ed alla gestione degli stimoli devastanti della realtà così come viene presentata, necessita di rinforzo, di cura, di ripristino della speranza, di co-costruire una fiducia di base che possa permettere di affrontare anche i drammi della vita, soffrendo senza però cadere nella frantumazione dei valori umani (con annesso ricorso a psicofarmaci, droghe, suggestioni ed altro, nel rischioso ed autolesivo abbandonarsi alle vie brevi, che inevitabilmente esitano in sostanziali inadeguatezze).

G.G.: La sensazione che il “Sistema” voglia ridurci a esseri privi di volontà, gestiti da una oligarchia ipertecnologica senza scrupoli, si sta diffondendo su molti canali social presenti sul web. Senza entrare nel merito della reale presenza di un concreto pericolo dovuto a questo tipo di deriva sociale, il solo fatto che circolino tali idee può comportare, di per sé, una causa di instabilità psicologica.

Quali strumenti possiede la Psicologia (Psicanalisi) per risolvere o attenuare gli effetti di tali cause?

L.G.: Credo si tratti di un convincimento sempre più esteso, in specie laddove la cultura è considerata un valore pericoloso, che il “sistema” operi per una massificazione delle persone, riducendone le potenzialità critiche ed incentivando uno psicologismo tendenzialmente fatalistico. La psicologia psico-dinamica ha in sé le potenzialità per ripristinare e rilanciare aspettative e conferme di benessere, costruendo una diga atta a contenere la deriva sociale che Lei intravvede. Le più urgenti iniziative da assumere richiedono un impegno di promozione culturale rivolta in particolare alla prevenzione, alla formazione che contenga il dilagare del pensiero unico, del politically correct, ed avvii il sostegno della promozione dell’elaborazione, della riflessione, della dialettica. E tutto ciò a monte di un lavoro più in profondità, quale ad esempio un percorso di psicologia clinica psicodinamica.

G.G.:  Si parla sempre di più di malattie psicosomatiche, in questo ambito può intervenire, e se si come, la Psicologia clinica?

L.G.: non disdegnando il supporto farmacologico, laddove sia opportuno contenere la sofferenza, senza però mai scordare che il limite della farmacologia è che l’efficacia della stessa riguarda essenzialmente la sintomatologia, per operare proficuamente nell’ambito delle malattie psicosomatiche (peraltro sempre più diffuse e pervasive) è non solo consigliabile, ma soprattutto fondamentale l’operare con gli strumenti propri della psicologia clinica psicodinamica. E ciò perché la ricerca del clinico è rivolta alle cause, a ciò che sta a monte, a quel “funzionamento” dello psicologismo umano che illusoriamente proponeva uno stile di vita volto al benessere ma che, non si può evitare di constatarlo, possedeva in sé quei “batteri” che avrebbero in seguito favorito la penetrazione invasiva del disturbo psicosomatico. Posso affermare con onestà intellettuale che la psicologia clinica psicodinamica è l’unica in grado di rispondere e di ripristinare il bisogno di benessere del sofferente di disturbi psicosomatici.

G.G.:  Prof Grandi, Lei ha fornito delle risposte concrete e convincenti, delle risposte che hanno spiegato in modo esaustivo quale sia il reale compito della Materia che Lei studia e applica come terapia sui Suoi pazienti.

Un’ultima domanda: Prof. Grandi qual’ è la Sua “Idea del Mondo”? la Terra è ancora da considerare una straordinaria opportunità di Evoluzione biologica e di Crescita esistenziale?

L.G.: grazie per la benevolenza che Lei mi esprime. Mi permetta di ribadire l’utilità, la necessarietà della ricerca e della professione dello psicologo clinico. Sono preoccupato per il degrado che avverto a livello culturale, nel mondo occidentale, e che coinvolge anche la pratica psicoterapeutica. Apatia, pressapochismo, accidia, narcisismo ed altri fenomeni depauperanti connotano questi nostri tempi; non intendo però generalizzare poiché molte sono le risorse che tutt’ora vengono poste in campo, osteggiano le potenzialità che comunque non sono venute meno, ma che avrebbero necessità di essere coltivate, incentivate. È doveroso rilanciare l’amore per la cultura, nonché la sua efficacia per una migliore qualità della vita. Per quanto riguarda il settore cui ho dedicato la mia vita, mi si consenta di denunciare un certo qual pressapochismo, accompagnato da una non lodevole presunzione. Constato che persone bisognose di un supporto psicologico, spesso si affidano ad un operatore senza aver svolto le necessarie indagini che consentono di acquisire elementi che favoriscano la scelta di un professionista capace e dotato di esperienza e dal valore riconosciuto. Sul tema potrei dilungarmi, ma preferisco rinviare ad altra opportunità. Mi si consenta di ribadire quanto appare implicito nel corso dell’intervista: solo un impegno mirato al rilancio di una cultura aperta, dinamica, riflessiva, elaborativa, dialettica ecc.. potrà consentire, e sono al riguardo ottimista, al nostro habitat la necessaria Evoluzione, anche biologica, e la Crescita esistenziale, che sono prerogative dell’umano.

G.G.:  Ringraziamo e salutiamo il Prof Lino Grandi, Direttore Scuole Adleriane di Psicoterapia, per questa importante partecipazione, ospitata tra le pagine virtuali di civico20news.

Lino Graziano Grandi, nato a Cuneo il 18 dicembre 1942, è laureato in filosofia e specializzato in psicologia clinica (corso universitario triennale presso l’Università di Torino) nel 1972. Ha insegnato psicologia del lavoro e psicologia clinica presso le Facoltà di Filosofia e specialità in Psichiatria, in particolare prima dell’avvento della Facoltà di psicologia. Ha introdotto presso l’I.R.I. la psicologia clinica nell’ambito della Formazione per Dirigenti e Funzionari di Azienda. Ha svolto attività psicodiagnostica e psicoterapeutica per il Ministero di Grazia e Giustizia, svolgendo anche i compiti di coordinatore dei consulenti psicologi per l’Italia settentrionale. Ha avviato il primo Centro di Ascolto e di sostegno psicologico presso Scuole Medie inferiori e superiori nella città di Torino. Dopo aver operato per circa vent’anni come Consulente Tecnico d’Ufficio presso numerosi Tribunali Civili e Penali del Piemonte, si è dedicato alla formazione di psicoterapeuti e analisti, seguendo ed innovando la teoria e la prassi della Individual-Psicologia, fondata da A. Adler. È Didatta Ufficiale della S.I.P.I. e fondatore dell’Istituto di Psicologia Individuale (Member Group of the International Association of Individual Psychology) di cui è Presidente Onorario. È attualmente Direttore Generale delle Scuole Adleriane di Psicoterapia (due sedi di specialità per laureati in medicina e psicologia). È stato inoltre Presidente della Società Italiana di Psicologia e Religione per circa sei anni ed è Perito della Sacra Rota e del Tribunale Ecclesiastico Piemontese. Conferenziere e autore di numerose pubblicazioni (libri e articoli), è il Direttore Scientifico della Rivista nazionale «Il Sagittario».

Incontri sul tema dell’adolescenza per genitori e allenatori

Incontri sul tema dell’adolescenza per genitori e allenatori BLAST

Incontri sul tema dell’adolescenza per genitori e allenatori

Il progetto Prosol propone una serie di interventi sul territorio pensati per ciascuna delle persone interessate: mentre gli educatori stanno lavorando con i ragazzi, i formatori si confrontano con gli allenatori sportivi e i genitori.

Si è svolto mercoledì 23 marzo scorso nel Teatro Civico il primo degli incontri formativi per genitori di ragazzi/e in età 11-14 anni del progetto Prosol, seguito per il Comune dalle assessore alla Famiglia Lucia Rosso e alle Politiche giovanili Beatrice Aimar.

La serata è stata condotta da Gian Sandro Lerda e  Federico De Marco, rispettivamente direttore e formatore dell’Istituto di psicologia Individuale “A. Adler” di Cuneo. Il pubblico è stato coinvolto, anche con dei video, alla discussione sulle dinamiche relazionali tra genitori e figli nell’età della pre-adolescenza e dell’adolescenza.

“Il progetto transfrontaliero Prosol focalizza la sua attenzione sui giovani, sulle loro vulnerabilità, legate allo sviluppo o a vere e proprie patologie, in un quadro socio-culturale in profonda trasformazione – hanno spiegato la assessora alla Famiglia Lucia Rosso, la referente del Consorzio socio-assistenziale del Cunneese Sara Marchisio e l’educatrice di Insieme a Voi Laura Sordello, che hanno introdotto la serata – Il programma è composto da una serie di interventi sul territorio pensati per ciascuna delle persone interessate: mentre gli educatori stanno lavorando con i ragazzi nelle scuole e negli spazi extrascolastici, i formatori incontrano gli allenatori sportivi e i genitori in queste serate di informazione e confronto”.

Il progetto fa parte del Programma di cooperazione territoriale transfrontaliera Interreg V- Alcotra e ha tra i soggetti attuatori il Consorzio e l’Asl CN1 con coinvolgimento dei Comuni, delle scuole, delle cooperative, delle parrocchie, delle associazioni famigliari e sportive che si occupano di organizzare attività per i giovani nella fascia 11-14 anni.

I prossimi appuntamenti a Busca

Lunedì 28 marzo, ore 20,30 nella sala al piano terreno del Palazzo della Musica, in via Umberto I, incontro formativo per allenatori: “Gestione della vittoria, sconfitta ed errore” con Luca Corbetta, psicologo dello sport e psicoterapeuta, e Claudio Cortese, psicologo e docente dell’ Università di Torino.

Giovedì 7 aprile, ore 20,30 al Teatro Civico, incontro formativo per genitori: “La gestione dei dispositivi digitali, fra rischio e opportunità” formatore, Valentino Merlo, a cura della Cooperativa sociale Ro&Ro.

Giovedì 21 aprile, ore 20,30 Teatro Civico, incontro formativo per genitori: “Identità dell’adolescente: il corpo, la mente e i linguaggi” (abbigliamento, accessori, musica) formatrice, Giulia Arcidiacono, a cura dell’Istituto di Psicologia Individuale “A. Adler”.

FONTE: Cuneo24.it